9780063158580
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The Hummingbird audiobook

  • By: Sandro Veronesi
  • Narrator: Victor Vertunni
  • Category: Fiction, Psychological
  • Length: 8 hours 25 minutes
  • Publisher: HarperAudio
  • Publish date: January 25, 2022
  • Language: English
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The Hummingbird Audiobook Summary

The Hummingbird is a remarkable accomplishment, a true gift to the world.” –Michael Cunningham

“Long considered one of Italy’s leading writers, Sandro Veronesi has re-written the family saga. Ardent, gripping, and inventive to the core, it has already been hailed a classic.”–Jhumpa Lahiri

The Hummingbird is a masterly novel, a brilliantly conceived mosaic of love and tragedy.”–Ian McEwan

The #1 international sensation from a master of European literature–winner of Italy’s Premio Strega–a saga of a Florentine family from the 1960s to the present that brilliantly captures the power of history and the multi-faceted experience of life itself as it explores how we contend with uncontrollable forces that both buffet and buoy us.

Marco Carrera is “the hummingbird,” a man with an almost supernatural ability to remain still amid the chaos of an ever-changing world. Though his life is rife with emotional challenges–suffering the death of his sister and the absence of his brother; caring for his elderly parents; raising his granddaughter when her mother, Marco’s own child, is no longer capable; loving an enigmatic woman–Marco carries on with a noble stoicism that belies an intensity for living. As the years pass and the arc of his life bends, Marco finds himself filled with joy for the future as the baton passes from him to the next generation.

A beautiful and compelling journey through time told in myriad narrative styles, The Hummingbird is a story of suffering, happiness, loss, love, and hope–of a man who embodies the quiet heroism that defines daily life for countless ordinary folk. A thrilling novel about the need to look to the future with hope and live with intensity to the very end, Sandro Veronesi’s masterpiece–eminently readable, rich in insight, and filled with interesting twists and revelations–is a portrait of human existence, the vicissitudes and vagaries that propel and ultimately define us

Translated from the Italian by Elena Pala

“A great novel, vibrating with life and death, happiness and pain, nostalgia and hope for the future.” —Vanity Fair

“Everything that makes the novel worthwhile and engaging is here … magnificent – moving, replete, beautiful.” The Guardian

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The Hummingbird Audiobook Narrator

Victor Vertunni is the narrator of The Hummingbird audiobook that was written by Sandro Veronesi

Sandro Veronesi is one of Italy’s most acclaimed writers of literary fiction, as well as a poet, essayist, journalist, and playwright. He is the author of nine novels, including Quiet Chaos, which was translated into twenty languages and won the Premio Strega, the Prix Femina, and the Prix Mediterranee. Veronesi is only the second author in the Premio Strega’s history to win the prize twice.

About the Author(s) of The Hummingbird

Sandro Veronesi is the author of The Hummingbird

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The Hummingbird Full Details

Narrator Victor Vertunni
Length 8 hours 25 minutes
Author Sandro Veronesi
Category
Publisher HarperAudio
Release date January 25, 2022
ISBN 9780063158580

Subjects

The publisher of the The Hummingbird is HarperAudio. includes the following subjects: The BISAC Subject Code is Fiction, Psychological

Additional info

The publisher of the The Hummingbird is HarperAudio. The imprint is HarperAudio. It is supplied by HarperAudio. The ISBN-13 is 9780063158580.

Global Availability

This book is only available in the United States.

Goodreads Reviews

Laura

November 07, 2019

Premessa doverosa. Non è il più bel periodo della mia vita, non amo particolarmente Veronesi come uomo (mica lo conosco, inteso dalle interviste, dai tweet, dalle cose che ho letto su di lui cosa così) ma lo adoro come scrittore fin dai tempi di Venire Venite B52. L'ho divorato fino a Caos Calmo, poi la roba che ho letto mi ha fatto cordialmente schifo. L'hype su questo libro ancor prima che uscisse mi aveva già fatto accapponare la pelle: Ciabatti entusiasta (colei che mi ha rifilato quella sòla di Febbre), Battista in estasi, D'Orrico in brodo di giuggiole. Mi ha commosso Piperno e io, piagnona, corro in libreria prima di questo ponte lungo.La copertina gialla mi fa schifo, il titolo pure - ma a me i titoli fanno quasi tutti schifo - e il solito tizio che mi ha fatto scoprire Veronesi, era novembre, di mille anni fa, in una Torino gelida e piovosa e dentro a quel bar, gianduiotto e caffè, mi leggeva brani di quel libro che gli avevo comprato in Feltrinelli a Milano prima di partire, lo desiderava e io desideravo farlo felice. Quanta storia è passata, quante cicatrici, quante carezze mai date e quanti treni persi.Dicevamo, Veronesi, ponte lungo, libreria, pioggia. Attacco a leggerlo e già mi infastidisco perché il primo capitolo l'avevo già letto mesi fa in anteprima e mi la sensazione non mi piace. Le prime 50 pagine mi lasciano tiepida. Scrive sempre bene, ha sempre delle belle idee, ti tiene appiccicata. Ma.Ma un cazzo. Pardon my French. Ho letto il libro in una paio di giorni, ho pianto, pianto, riso, pianto soprattutto. E' riuscito a raccontare la vita, la morte, l'amicizia, l'amore, la gioventù e la vecchiaia. Tutto con maestria ma senza scuola, come sanno fare quelli bravi. Ha reso semplice il difficile e ha raccontato quello che non si dovrebbe raccontare mai. E, mi dispiace, ma questo lo sanno fare solo quello molto bravi e quelli che la letteratura la respirano.Ho aperto un Nebbiolo, mio rosso preferito ever. Il primo bicchiere dopo tanto tempo, un amore lontano, il libro perfetto, ogni tanto, qualche sorso e una lacrima che allungava il vino. Ho pianto tanto, ma ne sono uscita in qualche modo confortata. Non so spiegarvi, ma se cercate qualcuno capace di raccontare la vita con maestria, qualcuno che ha sofferto e ha trasformato la sofferenza in vita, qualcuno che non vi vende facili prodigi e champagne ma vi inchioda alla sedia, caldarroste e vino rosso, beh l'avete trovato. Per me può vincere tutti i premi a disposizione subito. Tutti. Non uscirà niente più bello di così, ne sono certa.

SCARABOOKS

December 26, 2019

Questo romanzo è un tacchino alla canzanese. Ottimo piatto della cucina teramana. Si cuoce il tacchino dopo averlo disossato; poi si mette tutto in frigo in modo da far solidificare il brodo e far formare la gelatina. Qui c’è tutto quel che bisogna sapere http://www.tacchinoallacanzanese.it/t...E’ buonissimo (anche se a me il tacchino non fa impazzire per niente, fatto così acquista un senso). E anche il romanzo è buono. Il segreto, ovviamente, in tutti e due i casi sta nel brodo. Lì sì vede la mano del cuoco. E Veronesi è bravo. Cucina anche lui una materia prima che mi piace poco (la saga famigliare), però la prosa è ottima, la struttura originale complicata al punto giusto (il racconto va rimontato dal lettore come un mobile dell’ikea), i personaggi sono disegnati benissimo. La voce narrante di Veronesi ha sempre un timbro narrativo di qualità e in questo libro è a uno dei suoi massimi. Poi la sua faccia di scrittore ha i suoi connotati, che possono piacere o anche no. Qui a me per esempio risulta particolarmente fastidioso il vizietto (quello di fare lezioncine morali) che lo accomuna a tutti gli intellettuali di sinistra da salotto romano (bettiniano - da Goffredo Bettini - per essere esatti) e quello di fare il pavone con le cose che ha letto, che sa, che ama (i ringraziamenti mettono i brividi: come abbracciare una scatola di polistirolo). Ma questo nell’economia complessiva del libro alla fine mi è sembrato tollerabile.Piuttosto a distanza di qualche settimana da quando l’ho letto e l’ho segnalato su GR con quattro stellette, leggendo le cose mirabolanti che ne dicono, mi è venuto uno scrupolo. Da cui questo commento e il tacchino. Perché un difetto grosso secondo me questo libro ce l'ha. E' vero che mi sto facendo vecchio e il "come lo scrivi" è diventato più importante di "cosa scrivi", però nel tacchino alla canzanese ci vuole la giusta misura di gelatina e di carne. Troppa dell’una o troppo dell’altro rovina il gusto. In questo romanzo c’è tanta gelatina (ottima) e poca ciccia. Tutto il romanzo senza i pregi e le originalità di stile e di struttura sarebbe una modesta saga famigliare un po’ pompata e enfatizzata, in cui la sostanza originale sta (o starebbe) tutta nel titolo. Il colibrì è un uccello che ha la capacità di restare fermo in volo, spende energie anziché per volare, per stare immobile. Così è il protagonista, secondo l’autore. Gli cambia e gli crolla il mondo attorno e lui resta fermo a presidiare i suoi ricordi, l’amore impossibile della sua vita, la sua casa e quel che c’è rimasto dentro dopo alcuni terremoti terrificanti. Francamente questa cosa del colibrì non è che mi sia saltata agli occhi con tutta questa evidenza e comunque mi pare poca roba. La sensazione che mancasse un po' la sostanza a questo romanzo l'ho avuta forte, alla fine. Per me resta una storia di famiglia molto salottiera, scritta bene e in modo originale. E basta. Un tacchino alla canzanese con troppa gelatina e non abbastanza ciccia.

Sini

March 22, 2020

Zelden heb ik in een roman zo veel op elkaar gestapelde ellende gezien als in "De kolibrie". Zelden las ik ook een boek met zoveel sentimentele zinnen vol bijna wanhopige hoop op een betere wereld. Bovendien las ik het boek in de eerste Nederlandse "blijf allemaal thuis- week" van de coronacrisis, en ik ben geen dapper mens. Daardoor was ik nauwelijks in de stemming voor een boek, en al helemaal niet voor een boek dat zo doordesemd is van persoonlijke ellende en van treurnis over allerlei wereldbedreigende rampspoeden. En toch kreeg virtuoze Veronesi het voor elkaar dat ik mij uiteindelijk helemaal onderdompelde in "De kolibrie". Tot mijn verbazing las ik het zelfs met plezier en bewondering. Want alle zwaarwichtige ellende wordt in "De kolibrie" als een vederlicht hinkelspel gepresenteerd, en elke zwaarmoedige zin zindert van aanstekelijke taalvirtuositeit en schrijfplezier."De kolibrie" draait om leven en lotgevallen van Marco Carrera, bijgenaamd "de kolibrie": omdat hij door een groeistoornis heel klein was in zijn jeugd, en omdat hij net als een kolibrie enorm veel energie kan steken in stilstand. Want een kolibrie kan door zijn enorme aantallen vleugelslagen per minuut helemaal stil blijven hangen in de lucht. De lezer begrijpt echter al snel waarom Marco liefst eeuwig onbeweeglijk in dezelfde positie blijft hangen: zijn leven is doordrenkt van onwelkome veranderingen, en elke verandering is een ramp of een groot verlies. Ik ga die veranderingen niet opsommen, omdat ik dan zou spoilen en omdat ik veel mensen dan zou afschrikken om deze roman te lezen. Want het is me nogal een deprimerende opsomming. Die echter toch niet deprimerend wordt, althans voor mij niet. Zoals ik al zei: door de lichtvoetige virtuositeit van de zinnen beleef je naast de treurnis ook ongeremd taalplezier. Bovendien is "De kolibrie" ongelofelijk veelvormig, en erg verrassend van constructie. Het verhaal is namelijk volkomen onchronologisch opgebouwd, zodat je alle lotgevallen van Marco Carrera niet lineair volgt maar via verrassende flashbacks of flashforwards. Die flashbacks en flashforwards zijn ook nog eens in heel verschillende stijlen zijn geschreven: sommige hoofdstukken zijn appjes of dialogen in appjes-vorm, andere hoofdstukken zijn korte brieven of mails van Marco aan zijn gemiste grote liefde Luisa of van Luisa aan haar gemiste grote liefde Marco, of lange onbeantwoorde brieven van Marco aan de broer met wie hij gebrouilleerd is. Weer andere hoofdstukken zijn puur dialoog, soms doorspekt met '...'- passages vol sprakeloosheid, en weer andere zijn wervelend associatieve betogen over waarom Marco is zoals hij is en doet wat hij doet. Of: waarom hij, door niet- weten of niet- kunnen, nalaat te doen wat hij zou moeten doen. Al die verschillende hoofdstukken samen leiden tot een wervelende, niet- chronologische mozaïek: geen verhaal dat zich voortsleept van treurig voorval naar treurig voorval, maar een fascinerend hinkelspel waarin nu, toen en straks voortdurend worden verknoopt. Ik bewonderde de virtuositeit van dat hinkelspel: de wijze waarop het je als lezer voortdurend verrast, zonder dat je het overzicht verliest. In dat hinkelspel is bovendien steeds volop aandacht voor de momenten waarop de zaken ook een andere, meer gelukkige loop hadden kunnen nemen. En ook voor Marco's momenten van geluk en volkomen onverwacht plezier, of voor het grillig toeval dat puur door zijn grilligheid ook suggesties biedt van uitwegen, mogelijkheden, hoop. Dat Marco en Luisa elkaar misliepen is bijvoorbeeld tragisch, maar toch bevatten hun brieven aan elkaar ook diverse momenten waarop hun liefde wordt bezongen en bejubeld. Het is treurig dat Marco's broer geen antwoord heeft op Marco's brieven, maar wat een swingende en poëtische brieven. En het is aangrijpend hoe Marco vaak lijdt en mislukt, maar wat een aanstekelijke vreugde beleeft hij soms en wat een bevrijdend plezier. "Een leven vol pijn, dat zeker. Maar al die pijn die hij voelde heeft hem er nooit van weerhouden te genieten van momenten als deze, waarop alles perfect lijkt - en van dat soort momenten waren er in zijn leven ook een heleboel. Uiteindelijk is er zo weinig voor nodig: een prachtige dag, een paar omhelzingen, een tongzoen...". Deze roman is dus vol van zwaarmoedige ellende, maar tegelijk toch vederlicht van stijl en vorm. Een wonderlijke combinatie. En even wonderlijk vind ik dat deze roman, die ook nog eens behoorlijk wanhoopt aan de toestand in de wereld, eindigt met een apologie van hoop. In dat einde, dat speelt in 2030 en dus in de toekomst, denkt Marco terug aan de science- fiction verhalen waar zijn ongelukkige vader zo van hield: verhalen waarvan je kunt "leren hoelang men al wacht op de nieuwe mens, hoe poëtisch en onschuldig hij al duizenden keren is bedacht in dromen en fantasieën." Maar hij denkt vooral vooruit, omdat voor hem deze fantasie gestalte gekregen heeft in zijn kleindochter: de gedroomde man van de toekomst die gelukkig een vrouw is, die alle rassen in zich verenigt, die ogen heeft die niemand ooit heeft gezien, en die zich ontpopt als een soort Greta Thunberg 2.0 vol van idealistisch activisme. Wat allemaal niet kan, maar wat in de romanwereld van "De kolibrie" gewoon toch zo is. En het is zo briljant opgeschreven dat ik nog in deze fantasie geloof ook. Ik kan en ga dat verder niet analyseren, want dan maak ik het dood: lees, en oordeel zelf.Prachtig, hoe het treurige leven van Marco Carrera ons verteld wordt via een vederlicht hinkelspel vol grillig plezier. Ontroerend, hoe dit hinkelspel eindigt met toekomstfantasie vol bijna onwerkelijke hoop. En wat mooi dat Veronesi ondanks al zijn Weltschmerz zo'n vederlichte roman weet te schrijven, met zo'n hoopgevend fantasievol slot.

Come

October 23, 2022

RecensioneÈ la storia di Marco Carrera e della sua famiglia, dei suoi amori e dei suoi fallimenti: è una storia costellata di lutti, anche. Marco Carrera fino all’adolescenza manifesta segnali evidenti di ipoevolutismo, che lo fanno distinguere dai suoi coetanei. La madre lo paragona a un colibrì, perché pur essendo più basso dei ragazzi della sua età, ha in sé una bellezza e un’armonia tutte sue. Alla fine però l’ostinazione del padre, fa sì che Marco si sottoponga a una cura sperimentale che lo fa sviluppare nel giro di pochi mesi. Ma la vita di Marco non sarà facile. E in tutta la sua storia dimostra di essere per davvero un colibrì, uno che sa restare, nonostante i lutti. Gli scrive Luisa (la donna che ha amato per quarant’anni senza che potessero viversi fino in fondo e alla quale finalmente riesce a dire addio):“Nessuno come te sa essere così strenuo nel perseverare, ma anche nessuno come te sa sottrarsi al cambiamento, proprio come il verbo insidioso di cui parlano i due linguisti: rimani saldo, continui a oltranza, ma anche, fatalmente, ti sottrai alle leggi e alle decisioni degli altri.”“E ho capito, all’improvviso (ecco perché all’improvviso ti scrivo, anche se so che non mi risponderai) che tu sei davvero un colibrì. Ma certo. È stata un’illuminazione: tu sei davvero un colibrì. Ma non per le ragioni per cui ti è stato dato questo soprannome: tu sei un colibrì perché come il colibrì metti tutta la tua energia nel restare fermo. Settanta battiti d’ali al secondo per rimanere dove già sei. Sei formidabile, in questo. Riesci a fermarti nel mondo e nel tempo, riesci fermare il mondo e il tempo intorno a te, certe volte riesci addirittura anche a risalirlo, il tempo, e a ritrovare quello perduto, così come il colibrì è capace di volare all’indietro. Ed ecco perché starti vicino è così bello.E però, quello che a te viene naturale, agli altri riesce difficilissimo.E però, la tendenza al cambiamento, anche quando è probabile che non porti nulla di meglio, fa parte dell’istinto umano, e tu non la concepisci.E però, soprattutto, questo stare sempre fermi, facendo tutta quella fatica, a volte non è la cura, è la ferita. Ed ecco perché starti vicino è impossibile.”Un romanzo ricco di rimandi letterari, ricco di umanità, ricco di vita. Avrei dato 5 stelle se non ci fossero stati i tre capitoli ambientati nel futuro a smorzare la potenza di questo romanzo. Ed è il motivo per cui do quattro stelle.SINCRONICITÀ - Ovvero alchimie strane tra scrittore e lettricePrima di scrivere la recensione, riporto qui due strane sincronicità che mi sono successe leggendo questo libro. Mentre leggevo quei tre capitoli ambientati nel futuro, pensavo che si sente la mancanza di Sergio Claudio Perroni perché, se lui fosse stato ancora vivo e Sandro Veronesi gli avesse fatto leggere il libro, come era solito fare, quei capitoli glieli avrebbe fatti togliere o quanto meno accorciare. E mentre pensavo questo, nell’ultimo capitolo, ecco che Veronesi dedica un paragrafo a Sergio Claudio Perroni. Questa sincronicità, mi ha profondamente commossa. È come se avessi colto un filo profondo che ha animato lo scrittore mentre scriveva. E poi non so spiegarvi perché ma a me la notizia del suicidio di Sergio Claudio Perroni quel 25 maggio mi sconvolse molto. Non lo conoscevo di persona, ma un po’ era come conoscerlo. E poi la forza di non crollare. Perché il 25 maggio era così vicino a una mia prova importante. Ed ecco cosa scrive Sandro Veronesi nell’ultimo capitolo: “All’inizio del capitolo Un filo, un Mago, tre crepe ho voluto rendere un omaggio a questa magistrale prosa poetica di Sergio Claudio Perroni intitolata Sapere la strada e contenuta nel libro Entro a volte nel tuo sonno del 2018 (La nave di Teseo): “Ti muovi nel buio e non ti trovi, cammini piano tra le pareti di casa ma ciò che ti aspettavi non lo tocchi, ciò che sfiori è inatteso, arriva troppo presto, troppo tardi, ha spigoli nuovi, profili inauditi, allora cerchi a tentoni l’interruttore più vicino, accendi un attimo la luce per orientarti, solo un attimo per non svegliarti del tutto, e quell’attimo ti basta per individuarti, per riconoscere il tragitto un istante prima che scompaia, per incidere nella tua mente la planimetria del buio, e riprendi ad avanzare con la certezza di ogni passo, di ogni gesto, tra forme di cui ti fidi, convinto di sapere la strada nell’invisibile, ma a farti andare avanti è solo il ricordo di quell’attimo, a guidarti è solo la memoria della luce.” Poiché come omaggio non era granché, ero giunto alla decisione di tagliarlo, ma il 25 maggio 2019, mentre ero ancora impegnato a scrivere questo romanzo, Perroni si è tolto la vita a Taormina, dove abitava. Siccome era un mio amico, ho deciso di rimettere il mio mediocre omaggio nel romanzo, giusto per avere l’occasione di scrivere queste righe di riconoscenza nei suoi confronti.”E fatalità, il titolo del capitolo in cui Sandro Veronesi rende omaggio a Sergio Claudio Perroni è proprio "Un filo, un Mago, tre crepe"... UN FILO appunto che Sandro Veronesi ha lanciato e che io per qualche inspiegabile e inconscia ragione sono riuscita a "prendere in mano". Riporto l'inizio del suddetto capitolo: “Dovrebbe essere noto – e invece non lo è – che il destino dei rapporti tra le persone viene deciso all’inizio, una volta per tutte, sempre, e che per sapere in anticipo come andranno a finire le cose basta guardare come sono cominciate. In effetti, quando un rapporto nasce c’è sempre un momento di illuminazione nel quale si riesce anche a vederlo crescere, distendersi nel tempo, diventare ciò che diventerà e finire come finirà – tutto insieme. Si vede bene perché in realtà è già tutto contenuto nell’inizio, come la forma di ogni cosa è contenuta nel suo primo manifestarsi. Ma si tratta di un momento, per l’appunto, e poi quella visione ispirata svanisce, o viene rimossa, ed è solo per questo che le storie tra le persone producono sorprese, danni, piacere o dolore imprevisto. Lo sapevamo, per un lucido, breve momento l’avevamo saputo, all’inizio, ma poi, per il resto della nostra vita, non l’abbiamo saputo più. Come quando ci si alza dal letto, di notte, e ci si ritrova a brancolare nel buio della nostra stanza per andare in bagno, e ci sentiamo smarriti, e accendiamo la luce per mezzo secondo, e poi la rispegniamo subito, e quel lampo ci mostra la strada, ma solo per il tempo necessario ad andare a fare la nostra pisciatina e ritornare a letto. La prossima volta saremo di nuovo smarriti.”Sandro Veronesi ricorda Sargio Claudio Perroni: La memoria della Luce. https://www.dagospia.com/rubrica-2/me...Una mia registrazione di un capitolo del librohttps://soundcloud.com/come-musica/ec...Aggiornamento del 23 ottobre 2022Ieri sera sono andata a vedere il film con Pier Francesco Favino di Francesca Archibugi.Ero preparata a provare emozioni forti. E invece no.I salti temporali sono stordenti. Senza Favino sarebbe stato un flop. Al rientro a casa ho avuto il bisogno di audioleggere (letto da Fabrizio Gifuni) per l’ennesima volta i capitoli sulla morte di Adele: questa parte nel film è stata amputata.Delusa dal film.

Iwan

July 20, 2022

Vond u het wat? vroeg ik de dame uit het Noord-Hollandse Heemskerk nadat ik haar in de deuropening € 5 had overhandigd voor de Kolibrie van Sander Veronesi (gebonden, 333 pagina's, zo goed als nieuw). Ze schudde haar hoofd: 'nee, het kon me niet zo boeien.' Of de Kolibrie mij zou boeien was ook nog maar de vraag. Na het prachtige Kalme chaos (2006) was ik vastgelopen in XY (2010) en ook Zeldzame aarden uit 2015 (het vervolg op Kalme chaos) was me slecht bevallen. PatjepeeërIn dat laatste boek had Veronesi de hoofdpersoon uit Kalme chaos van een zachtaardige, introverte man omgesmeed in een schreeuwerige patjepeeër. Om mijn eerdere leeservaring niet te bederven (Kalme chaos staat al jaren in mijn favoriete-boekenlijst) besloot ik het boek onafgemaakt in de hoek te leggen. Kalme chaosWat maakt Kalme chaos tot zo'n knap boek? Het is ongeveer 12 jaar geleden dat ik het op aanraden van mijn favoriete boekhandelaar las. Hij had het boek in zijn hand toen ik zijn eregalerij met aanbevolen boeken bestudeerde. 'Dit moet je lezen. Het is ge-wel-dig.' Fijnste boekwinkelier van Alkmaar had gelijkDe eigenaar van de beste boekwinkel van Alkmaar (het in 2019 opgedoekte Feyn) had gelijk. Kalme chaos was geweldig en indrukwekkend. Na 12 jaar kan ik nog steeds een sleutelscène oproepen waarbij de hoofdpersoon een vrouw uit de kolkende zee redt. De reddingspoging is zo indrukwekkend omdat de vrouw helemaal niet gered wil worden en Veronesi een onderwaterworstelpartij beschrijft die aan het slot ook nog een seksuele lading meekrijgt. Ga er maar aan staan. Spectaculair in vorm en stijlEen dergelijke filmische scène trof ik niet aan in zijn nieuwste roman. Maar ook dit boek heeft spectaculaire trekjes. Dat zit hem in de opstapeling van bijna-rampen, slechte huwelijken, dodelijke ziektes en plotselinge overlijdens van belangrijke personages. Veronesi heeft overigens bewust afgezien van een chronologische vertelling. Daarvoor waren de droeve gebeurtenissen te talrijk. In plaats daarvan serveert hij 46 korte hoofdstukken die voorzien zijn van een jaartal of een tijdvak (van maximaal 10 jaar). Voetballiefhebbers zullen op pagina 120 van de Kolibrie een fout ontdekken: op 28 juni 1998 won het Franse nationale elftal wel van de Denen, maar dat gebeurde niet in de finale maar in een groepswedstrijd. Heen en weer in de tijdBehendig springt Veronesi voor- en achteruit tussen 1960 en 2030 en geeft een niet nader geduide alwetende verteller, in lange zinnen en bijzinnen aanwijzingen van naderend onheil. Door deze fragmentarische stijl in combinatie met bijtende humor is het onheil voor de lezer goed te dragen. Het bleef voor mij een licht en sprankelend boek.De Kolibri vertelt het levensverhaal van Marco Carrera een oogarts uit Florence die het liefst zo weinig mogelijk in zijn leven verandert terwijl de mensen om hem heen juist het tegenovergestelde doen. De titel verwijst naar de bijnaam die Marco in zijn jeugd van zijn moeder krijgt. Klein en bewegingloos als het vogeltje (een kolibrie kan op dezelfde plek blijven zweven dankzij snel roterende vleugeltjes). De hoofdstukken kun je zien als puzzelstukjes waarop Marco Carrera als zoon, broer, echtgenoot, minnaar, vriend, vader en grootvader wordt uitgebeeld. De puzzelstukjes bestaan uit vertellingen, dialogen, ansichtkaarten, brieven, whatsappberichten, een speech en zelfs een inventarislijst met daarop het designmeubilair van zijn overleden ouders. Puzzelmoe?Het enige dat ik op dit boek kan aanmerken is dat de puzzel soms wat grote gaten heeft en dat daardoor de zin wat kan wegebben. Maar 90% van de tijd heeft dit boek me zeker kunnen boeien. Zonder twijfel het beste boek dat ik in 2021 heb gelezen!Meer Veronesi?In 2020 zat de Italiaanse auteur aan tafel bij de Nederlandse talkshow Mondo. In een interview van ca 15 minuten verklaart hij de titel van het boek en de metaforische betekenis van het vogeltje. Later in het interview gaat hij in op zijn activiteiten voor in Italië gestrande vluchtelingen.

Federica

October 23, 2022

Perché separazione e perdita sono così dolorose?Perché il dolore diventa qualcosa di totalizzante e non riusciamo invece a capire che c’è un tempo presente in cui possiamo e dobbiamo viverlo?Conformismo e convenzioni sociali ci insegnano che il dolore, anche quello morale, va sedato, anestetizzato, ma soffrire non è uno sbaglio. E non è uno sbaglio nemmeno sapervi reagire, nei tempi e nei modi in cui riusciamo. La reazione è personale. Non c’è il prima e il dopo, c’è un soffio vitale che ci permette di andare avanti, che trasforma il dolore in energia e negarlo significherebbe solo ingannare sé stessi.Marco Carrera, oculista quarantenne, è l’eroe conservatore che teme il cambiamento , è l’uomo che associa il cambiare a qualcosa di molto simile al regresso e così vive una vita faticosa, si danna per restare fermo e avanzare piano a piccoli passi, ma sa, che in quell’equilibrio fatto di resilienza, c’è il senso della sua vita.Marco nasce in una famiglia borghese, è un bambino sveglio, vivace, gioca tennis di più e meglio dei suoi coetanei, ma Marco rispetto a loro è piccolo, non cresce e la madre, che lo chiama il colibrì per la sua statura minuscola, costruisce attorno a lui un’aura di leggenda. Quel figlio così piccolo ma forte è il suo guerriero in miniatura. Quando il padre trova un medico disposto a sottoporlo a una terapia ormonale sperimentale, in poco tempo cresce, diventa alto come gli altri,ma la sua natura di colibrì rimarrà intatta.Quando Marco si troverà di fronte alle perdite e al dolore, anche quello più grande che azzera tutto, saprà resistere senza cedere, senza mai perdere nulla, in primis sé stesso. E non cadrà mai.Sente il dovere di restare al mondo, sa di avere dentro ancora tanto amore da ricollocare e da qualche parte c’è chi si aggrapperà a lui.“Vi sono esseri che per tutta la loro vita si dannano allo scopo di avanzare, conoscere, conquistare, scoprire, migliorare, per poi accorgersi d’esser sempre andati alla ricerca solo della vibrazione che li ha scaraventati al mondo: per costoro il punto di partenza e il punto di arrivo coincidono. Poi ce ne sono altri che invece pur stando fermi percorrono una strada lunga e avventurosa perché è il mondo a scivolare sotto i loro piedi, e finiscono molto lontano da dove erano partiti: Marco Carrera era uno di essi.”In una cronologia disordinata, scomposta, senza vincoli di montaggio, nei blocchi narrativi in terza persona, Veronesi salta anni e periodi interi mettendo in gioco tutte le emozioni che di getto arrivano e che sentono l’urgenza di farsi parola.La sua scrittura straccia qualunque ordine temporale perché nel flusso di memoria, i ricordi e i loro contrasti si accavallano a episodi di vita borghese, alle lettere, perché come la vita, tutto può contenere tutto...Un grazie a Sandro Veronesi per aver scritto qualcosa di unico e meraviglioso..

capobanda

November 25, 2019

Romanzo bellissimo per speditezza narrativa, contestualizzazione sociologica dei personaggi, acume psicologico, tono emotivo, agilità ed efficacia della scrittura.Poi, la catastrofe.Un finale portatore del famigerato “messaggio”: dopo la fine delle ideologie, la nuova frontiera del politicamente corretto, tipicamente debole come è giusto attendersi dalla generazione che ha sbagliato tutto ma non rinuncia a dire la propria. E ineluttabilmente, mentre i demoni vengono addomesticati, la scena diventa troppo lunga, i personaggi inconsistenti, le loro azioni implausibili, la scrittura mielosa.Non bastasse, ci viene ammannita una paginetta di spiegazioni sui rimandi del testo superflua e pedante come le indimenticate “analisi del testo” che devastarono le nostre letture ai tempi delle medie.Quattro stelle al libro e un annetto di Isola del Diavolo all’autore per tradimento del suo bel romanzo.

Luca

August 30, 2020

Il Colibrì è un libro velocissimo che però ha il dono di restare immobile, tanto il suo protagonista quanto l’uccellino cui tutto rimanda che fa una fatica enorme (70 battiti d’ali al secondo!) pur di rimanere fermo. E così, anche se la vita scorre addirittura attraverso quattro generazioni, tra matrimoni, tradimenti, partite di tennis, bugie, estati al mare, svariate tragedie, sorrisi malinconici, il colibrì decide che nulla deve cambiare… anche a costo di far cambiare tutto.Il Colibrì è un romanzo fantasioso (anche per le tante invenzioni letterarie che lo infarciscono) che non risulta troppo frammentato dai continui salti avanti e indietro nel tempo e nelle pagine, dove ogni capitolo è diverso da quello che lo precede e ancora di più da quello che lo seguirà: una saga familiare divertente seppur zeppa di morte e dolore, un puzzle da ricostruire che pezzo dopo pezzo ci mostra cosa vuol dire resistere. Il Colibrì è una storia che, a tratti, incanta e commuove come poche altre grazie ad alcuni personaggi indimenticabili, alle relazioni che muovono e smuovono ogni azione, a un’architettura complessiva talmente intricata da risultare infine lineare: come uno spago arrotolato che, se tiri le due estremità, anziché annodarsi ancora di più, quasi magicamente si disfa lasciandoti in mano nient’altro che la vita.

Frequently asked questions

Listening to audiobooks not only easy, it is also very convenient. You can listen to audiobooks on almost every device. From your laptop to your smart phone or even a smart speaker like Apple HomePod or even Alexa. Here’s how you can get started listening to audiobooks.

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While you can listen to the bestsellers on almost any device, and preferences may vary, generally smart phones are offer the most convenience factor. You could be working out, grocery shopping, or even watching your dog in the dog park on a Saturday morning.
However, most audiobook apps work across multiple devices so you can pick up that riveting new Stephen King book you started at the dog park, back on your laptop when you get back home.

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Research showcasing the brain health benefits of reading on a regular basis is wide-ranging and undeniable. However, research comparing the benefits of reading vs listening is much more sparse. According to professor of psychology and author Dr. Kristen Willeumier, though, there is good reason to believe that the reading experience provided by audiobooks offers many of the same brain benefits as reading a physical book.

Audiobooks are recordings of books that are read aloud by a professional voice actor. The recordings are typically available for purchase and download in digital formats such as MP3, WMA, or AAC. They can also be streamed from online services like Speechify, Audible, AppleBooks, or Spotify.
You simply download the app onto your smart phone, create your account, and in Speechify, you can choose your first book, from our vast library of best-sellers and classics, to read for free.

Audiobooks, like real books can add up over time. Here’s where you can listen to audiobooks for free. Speechify let’s you read your first best seller for free. Apart from that, we have a vast selection of free audiobooks that you can enjoy. Get the same rich experience no matter if the book was free or not.

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